Un live a otto anni di distanza dall’esordio discografico. Bianco festeggia così.
L’album di debutto non si scorda mai. Primo aprile 2011, esce “Nostalgina”: è l’esordio di Bianco. Primo aprile 2019, sono passati otto anni esatti, non un giorno di più, non un giorno di meno, e il musicista torinese festeggia pubblicando un live. Otto pezzi, guarda caso, tra i quali un inedito (la toccante “Comete”, con il suo retrogusto beatlesiano, nel ruolo di opener), per il resto solo cavalli di battaglia. Da “In un attimo” a “Fili d’erba”, passando per “Organo amante”.
“Tutto di un fiato live” è il riassunto di una tournée fortunata e, presumiamo, faticosa, che ha avuto modo di riportare Alberto Bianco alle origini, alla riscoperta dell’essenza delle proprie canzoni. Che dal vivo si muovono attorno ad arrangiamenti scarnificati, quasi asciutti, se non fosse per gli interventi ai fiati (e alla batteria) di Stefano Piri Colosimo (già all’opera con Africa Unite e Bandacadabra). Poi occhio alla chitarra di Bianco, alla sua voce, a testi destinati a scendere a patti con la ricerca della felicità, con la fatica di vivere. I suoi sostenitori gradiscono, “Mela” la cantano in tanti tranne chi l’ha scritta, con tanto di coro da stadio, “La stella di giorno” si fonde con il classico “Can’t help falling in love”, Elvis Presley docet, “Volume” diventa un tutt’uno con “Filastrocca sui tetti di Ortigia”, così, senza alcuna soluzione di continuità. Un disco breve, mezz’ora abbondante, che riesce a dire tutto, o quasi, su di uno dei migliori cantautori della nuova generazione.
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La recensione Tutto D'un Fiato Live di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-30 15:51:00
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