"Relate" di Tiziano Bianchi è un utile metodo per riconciliarsi con la bellezza, anche quella nascosta, del nostro mondo
Quando ti chiami Tiziano Bianchi e hai collaborato, nella tua lunga e fulgida carriera, con artisti del calibro di Bill Frisell (Grammy Award Winner), Tiger Okoshi, Vinicio Capossela (Ovunque Proteggi Tour), Giovanni Lindo Ferretti (Now and then, 2016), Cesare Cremonini (Logico, 2014), Mara Redeghieri (ex Ustmamo'), Stefano Cisco Bellotti (ex Modena City Ramblers), Ater Balletto, Julie's Haircut, Eliel Lazo, e Joe Arroyo non è che ti servano troppe presentazioni. Eppure davanti ad un lavoro come "Relate" non ne basterebbero cento di "presentazioni" per introdurre degnamente un disco del genere. Già perché il trombettista di Castelnovo Ne Monti in pezzi quali "Awaken" mette in scena una vera e propria festa del suono, con una cura incredibile non soltanto per gli arrangiamenti ma anche proprio per le atmosfere di un disco che mescola, con sapienza, classe e intelligenza: certo c'è il jazz, tanto jazz ma poi anche intarsi di musica elettronica che riescono a rendere tracce strumentali alla portata di tutti. E proprio questa piccola vena "carsica" pop è forse la cosa che più sorprende dopo svariati ascolti del disco di Bianchi: non si fa mai sfoggio della propria tecnica per vanità ma tutto è finalizzato a rendere l'esperienza dell'ascoltatore più avvolgente possibile. Inutile dirvi che la missione di Tiziano Bianchi è stato un pieno, ed anche un po' clamoroso, successo.
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La recensione Relate di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-13 08:06:48
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