NONNON
L'Inganno di un Mondo Ideale 2019 - Indie, Alternativo, Rock d'autore

L'Inganno di un Mondo Ideale
13/08/2019 - 11:14 Scritto da Emma Bailetti

“L’inganno di un mondo ideale” è un racconto che sottolinea il contrasto tra ideale e realtà e lo fa attraverso suoni folk, cantautorali, rock, jazz e spunti elettronici.

“L’inganno di un mondo ideale” è il titolo dell’album dei NONNON, che dopo tante esperienze e cambi di formazione, raggiungono la quadratura del cerchio e tirano fuori dal cilindro 12 brani musicalmente molto interessanti e comunque sempre legati l’uno all’altro da uno stretto fil rouge.
Così “Preludio all’inganno” è l’introduzione perfetta – e narrata – di un discorso più ampio che vuole rappresentare un mondo ideale, pur consapevole della sua illusione. È il fascino di un futuro distopico, cantato con melodie folk, cantautorali, rock, ma pur sempre orecchiabili, che talvolta si arricchiscono di spunti elettronici: è difficile rinchiudere i NONNON in un genere o una categoria prestabilita, i suoni sono eterogenei e rispecchiano i contributi dei vari componenti della band e proprio qui sta la loro ricchezza ed originalità. Così se “Ricciolo” è piuttosto folk ed orecchiabile, la successiva “Coryphantha” si apre con un sottofondo elettronico e poi si evolve in una ballata folk-cantautorale. “Riflessi” è l’immagine perfetta di quelle illusioni che ci facciamo, di quel mondo ideale che non è che un riflesso di un mondo reale e imperfetto. La voce profonda di Domenico Peluchetti trascina negli abissi, ma qui a tratti si fa più urlante, quando le chitarre si sentono più forti e graffianti.
Tra le successive, “Fine condanna (F. R. d. T.)” segna un cambio di ritmo, una netta accelerazione che porta a ritmi quasi ska, per un brano ballabile, allegro e divertente, una ventata di energia necessaria dopo qualche brano di troppo lento, riflessivo e introspettivo. “Abdouka”, poi, è immersa nell’attualità, nelle fughe drammatiche da guerre civili attraverso il mare verso un sogno, un’illusione di vita migliore che chissà se si realizzerà mai: una delle più belle e commoventi. “L’inganno di un mondo ideale”, la title-track in chiusura, alterna momenti di jazz a dinamismo e movimento, fa da contraltare alla traccia d’apertura, è il fanciullo che cresce e prende consapevolezza dell’inganno di un mondo ideale.
Insomma, si tratta certamente di un buon lavoro, le idee ci sono e sono ben chiare, c’è ancora un po’ da lavorare sui cambi di ritmo per tenere più alta l’attenzione, ma per ora va bene così.

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