I Telios de Lorca ci fanno innamorare, ancora una volta, della musica strumentale con "L'Altra America"
Non so se qualcuno abbia letto "Manituana", il libro dei Wu Ming dedicato alla mitica figura del condottiero indiano Thayendanegea, conosciuto anche con il nome di Joseph Brant. Ecco, "L'Altra America" dei Telios de Lorca evoca proprio le medesime sensazioni contenute nel romanzo in questione. Siamo infatti entro delle coordinate abbastanza precise: ovvero una musica strumentale pastosa e coinvolgente, che racconta, senza dire una parola, delle storie, che suggerisce delle sensazioni e che stimola delle emozioni nell'ascoltatore in modo praticamente inesorabile. Per capire meglio ciò si può ascoltare, a titolo di esempio sommo, una traccia come "Tlacopan" in cui le spire del jazz vanno ad intrecciarsi con un rock progressivo mai fine a se stesso, ma perfettamente funzionale, giustappunto ad evocare delle atmosfere sempre più interessanti. "L'Altra America" perciò, un po' come un disco dei Ninos du Brasil più calmo e riflessivo, è un lavoro immane, che il duo di Pesare realizza senza alcuna proposopea o voglia "di tirarsela" ma perseguendo uno ed un unico obiettivo: ovvero quello di servire la dea, mistica e inafferrabile, della Musica. E, in questo senso, le parole con cui lo stesso duo si presenta sono più illuminanti di qualsiasi recensione potremo fare: "Tensione verso l’ignoto che si manifesta attraverso la volontà della Musica, che ignora il mondo ma allo stesso tempo lo genera".
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La recensione L'Altra America di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-17 08:18:21
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