Amaury Cambuzat non è il primo venuto, anzi. Il leader degli Ulan Bator e chitarrista dei faUSt infatti non solo è uno dei nomi più importanti della musica latamente sperimentale degli ultimi venticinque anni ma anche uno dei più genuini ed eclettici artisti "su piazza". Ed ecco allora che questo suo nuovo progetto, I FEEL LIKE A BOMBED CATHEDRAL, non poteva che destare in noi più di un interesse. Tuttavia, prima di analizzarlo a dovere, è doverosa una premessa: il lavoro di Cambuzat è, ancora una volta, un lavoro stratificato, non semplice e praticamente impossibile da fruire ad un primo (e distratto) ascolto. Infatti l'album "REC.REQUIEM" è un disco che trova il suo valore, ed anche il suo significato, ad un ascolto ripetuto, lento e quasi ossessivo: solo così infatti si potranno carpire, a dovere, tutte le influenze che hanno mosso il leader degli Ulan Bator. Quale coordinata? Beh, in ordine sparso si passa, senza soluzione di continuità alcuna, a rimandi alla musica contemporanea, echi di drone, ispirazione di colonne sonore filmiche, kraut-rock ovviamente ma anche ritmi ipnotici, quasi tribali, spire di post-rock o, ancora, influenze di Avant-Garde. Questo è il "manto di Arlecchino" di cui Cambuzat si ricopre e, con esso, attraverso pezzi-Odissea come "Req", ricopre lo stesso ascoltatore. Preparatevi perché al termine dell'ascolto di questo disco, nel bene, come nel male.
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