Un ottimo esordio per i Bumblebees, che con “Dancing Dots In The Dark” danno vita ad un disco leggero ma non privo di introspezione
Dopo aver cominciato a nutrire le fiorenti fila della musica leggera impollinandole con il loro primo ep, appunto “Pollination”, del 2017, i Bumblebees sfornano il loro primo lavoro sulla lunga distanza, “Dancing Dots In The Dark”, nel quale rielaborano gli istinti più acerbi delle prime composizioni avvolgendoli in un mantello trasparente che ne rende liquide le antiche sbavature e ne sfuma gli umori garage, realizzando un album più maturo e personale, dagli echi vintage proiettati in un universo cibernetico.
Con “Dancing Dots In The Dark” i cinque bombi della Svizzera italiana raccolgono quindi sospiri dream pop e shoegaze, li filtrano con nuove allucinazioni psichedeliche e li spandono come polvere di stelle lungo queste dieci tracce, rendendo l’atmosfera molto più impalpabile e lieve rispetto a quanto proposto in passato.
Probabilmente l’evoluzione è avvenuta ascoltando attentamente i preziosi consigli dei Pink Floyd, da cui questi simpatici “insetti” simili alle api hanno imparato a diluire le loro canzoni con synth sempre più sognanti e a sperimentare nuove armonie vocali, riuscendo a forgiare così suoni più ariosi e delicati che, pur propagando un ottimo pop onirico e dilatato, non impediscono ai brani di emanare nubi oscure e riflessioni malinconiche, ricreando quell’aria “dark” in cui i piccoli punti del titolo si muovono fluttuanti come in una danza senza gravità.
Un disco leggero ma non privo di introspezione, che regala estatiche evasioni.
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La recensione Dancing Dots in the Dark di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-24 19:17:25
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