Se lo ascolti sembra un primo Daniele Silvestri, perchè Fulminacci è fuori dal tempo e dalle mode. Con un modo di vedere la canzone italiana che non sentivamo da un po', riesce a essere antico senza essere stantio. Una ventata di freschezza.
Diciamolo subito, così da spiegare il perchè della posizione: spero che Fulminacci con l'It-pop non c'entri nulla. Il mare di chitarrini, moka sul fuoco, vestiti del mercato, matricole all'università di Bologna ma anche e soprattutto a Roma, si è esaurita o quasi. Da lì ne resteranno i 4 o 5 che hanno fatto qualcosa di importante davvero, e gli altri via con il mare. Ecco, se Fulminacci avesse deciso per qualche motivo di navigare anche lui quel fiume non più così in piena sarebbe un problema. Qualcosa mi dice che non è questo il caso.
Fulminacci è un giovane vecchio, o un vecchio molto giovane. Con un gusto per le parole e un modo di usarle di almeno dieci, forse venti anni fa, Fulminacci è un primo Daniele Silvestri dieci anni dopo. Se pensassi che lo fa apposta questo può essere urticante, fastidioso, posticcio e inutile, e ci può stare pensarlo all'inizio. Ma quella che sembra una scelta di campo ruffiana in realtà è l'unica strada per un ragazzo che fa questo, così, e non potrebbe fare altrimenti. Totalmente fuori dai giri, la scena, Spotify o il MI AMI, non perchè non gli interessi ma perchè non viene da lì. Fulminacci è uno che dopo i concerti saluta, ringrazia e se ne va a casa, che va bene anche così.
Non devi essere strano per forza per fare musica. Fulminacci è il compagno di classe normale, non quello scemo né quello tormentato, è quello tranquillo, che prende i 7 e gioca a calcetto. E che poi prende la chitarra in mano, che diventa il filo conduttore di tutte le 9 tracce del disco.
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La recensione La Vita Veramente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-17 13:40:00
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