Dietro la spensieratezza melodica degli arrangiamenti parole dense e cangianti per raccontare la dolceamara quotidianità dei tempi moderni.
La dolceamara quotidianità dei tempi moderni raccontata in otto tracce che hanno il pregio di affratellare sotto lo stesso cielo della freschezza melodica il richiamo a talune firme blasonate della canzone d’autore italiana, come Fossati (“Ci vuole entusiasmo”), Bungaro (“A qualcuno importa”) e Ron (“Concedetemi un giorno”), e la simpatia verso alcuni nomi di punta della scena tricolore degli ultimi anni come Thegiornalisti (“Ti saresti aspettato qualcosa di più”, “Sconosciuti a Milano”) e Brunori Sas (“Come sarebbe bello”, “Perbenisti e giovani eroi”).
Alessandro Ruvio sa destreggiarsi con mestiere, buon gusto e senso della misura – negli arrangiamenti in primis – in quel suo eclissare dietro una coltre di (apparente?) spensieratezza orchestrale pop-oriented un appassionato afflato lirico, fatto di parole dense e cangianti, che nella poesia sussurrata di “Ci vuole entusiasmo” (“Ci vuole entusiasmo anche a dirsi di no / Ci vuole entusiasmo per questa maledetta serata piena di stelle”) e nella frontalità liberatoria di “Perbenisti e giovani eroi” (“Mi sono rotto il cazzo del prete che va a puttane / Mi sono rotto il cazzo e tu stai fermo lì a guardare”) può vantare i suoi momenti più alti.
Diciamo pure che i presupposti per cominciare a pensare a qualcosa di più “ambizioso” – e auspicabilmente anche più personale – ci sarebbero tutti.
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La recensione RUVIO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-22 15:40:00
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