Non c'è nemmeno una nota fuori posto ne “La parte migliore”, il primo album di Sammarco - nome d'arte di Marco Sambinello - un lavoro in cui le sonorità folk-acustiche anglosassoni si incontrano con il cantautorato italiano formando una perfetta corrispondenza. Il cantautore milanese, al suo debutto solista, ha attinto direttamente dal proprio vissuto pregresso e dai ricordi più vivi, scrivendo un disco introspettivo, delicato e pregno di emozioni, che fa volteggiare all'unisono due mondi geograficamente lontani.
Da una parte la malinconia di suoni ed arrangiamenti che rimandano a Damien Rice ed Elliott Smith, dall'altra lo stile sussurrato già marchio di Riccardo Sinigallia e Niccolò Fabi. Canzone dopo canzone, la mente schizza tra numerose suggestioni ed incontra un'esigenza comunicativa chiara e trasparente, che non a caso vede Giuliano Dottori alla produzione artistica. Ogni elemento ha una precisa collocazione all'interno dell'album, rivelando una costruzione sonora calibrata con rara minuziosità e coraggioso talento. “Sottopelle”, “Ulisse” e “Finisce il mare” sono brani che sembrano essere stati concepiti come colonna sonora di un film, e vanno ad arricchire un lavoro da ascoltare in loop, trovando ogni volta un nuovo spunto di riflessione o un punto di vista differente da cui affrontare la vita ogni giorno.
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