“Steps”, primo lp per Marco Cocci, ci conduce per mano tra i nascondigli dei pensieri più intimi di un artista poliedrico e dalla grande sensibilità
Chi era almeno adolescente negli anni ’90 sicuramente ricorderà il nome e il volto di Marco Cocci per i suoi ruoli in “Ovosodo” di Paolo Virzì e “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino (cui hanno fatto seguito molti altri film) e per la sua attività con i Malfunk. Eclettico e versatile, Cocci ha infatti sempre portato avanti contemporaneamente la sua carriera da attore (sia per il cinema che per la televisione) e quella da musicista, cimentandosi anche nella conduzione di alcuni programmi televisivi.
I suoi interessi e le sue abilità così variegate sono fondamentali anche per comprendere fino in fondo un disco eterogeneo e intenso come “Steps”, il primo lavoro musicale a portare esclusivamente il suo nome e che si discosta non poco dai dischi prodotti con la band dei Malfunk, sia per i testi in lingua inglese (mentre nei Malfunk cantava in italiano) e sia per l’abbandono delle massicce distorsioni e i suoni ruvidi che caratterizzavano i lavori della sua vecchia band per affacciarsi invece su un panorama musicale più introspettivo, morbido e acustico.
“Steps” scava a fondo nell’anima del suo autore e le sue tredici tracce sbocciano dal seme del cantautorato folk di ispirazione internazionale – a volte guardando più alle produzioni d’oltremanica altre volte più a quelle d’oltreoceano – germogliando poi ciascuna a proprio modo, dalla lacerante “While Everyone Sleeps” con il suo crescendo struggente, all’arpeggiata e sommessa “White Quiet Place”, dalla soleggiata “At The Sun” alla cangiante “Disappeared” arricchita con l’intervento dell’organo Harmonium che dà un senso di estraniamento onirico nel bel mezzo del discorso, fino alle tinte fosche della splendida “Days Of Grace”.
Fil rouge dell’intero lavoro è il gusto per le melodie malinconiche frutto di un’introspezione autentica, filtrata da una vena pop d’autore che si sublima nella voce rauca e graffiante di Cocci.
Le tante e interessanti collaborazioni che hanno portato alla realizzazione di questo disco (tra cui quelle con Roberto Dell’Era, Roberto Angelini, Federico Poggipollini e Gianluca De Rubertis) sono la ciliegina sulla torta per un esordio solista sorprendente che ci ha condotto per mano tra i nascondigli dei pensieri più intimi di un artista dalla grande sensibilità.
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La recensione Steps di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-07 15:21:50
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