Andate direttamente all'ottava traccia, "Love and Bones". Il nostro invito è fondamentale per comprendere la tesi di fondo di questa recensione: "Zombie mandingo 2" di Larry Manteca è un "disco-giungla". Andiamo a spiegare questo concetto, "che è meglio". Con la stella polare sempre fissa di Piero Piccioni ad illuminare la via, ancora una volta Manteca ci sorprende e ci conquista per la sua capacità, praticamente unica nel suo genere, di evocare suoni, sensazioni e, financo, emozioni attraverso una cura del suono sbalorditiva. Questa cura del suono, veramente eccezionale, rende ogni pezzo contenuto in questo disco avvolgente come una vera e propria giungla, che ora ci "abbraccia" tra le sue fronde, ora ci cela alla vista altrui. Ed ecco qui il senso della nostra analisi: "Zombie mandingo 2" è un disco giungla perché è un disco che, proprio come quel caratteristico ambiente naturale, è un disco totale, ovvero auto sussistente, in cui brulicano, nascono, muoiono e "combattono" moltissime forme di vite che concorrono a renderlo qualcosa di unico nel panorama italiano e non solo. Quindi, in questa giungla-sonora, Manteca riversa "quintali" di afro-beat ibridandoli con momenti più jazzy e psichedelici che mandano letteralmente in sollucchero le orecchie dell'ascoltatore, anche di quello più distratto. Infatti "Zombie mandingo 2" lungi dall'essere un lavoro complesso, è in realtà molto più pop di quanto si crederebbe: in fondo anche se non siamo mai stati in mezzo ad una giungla capiamo perfettamente di cosa si tratti, giusto?
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