La parola "Bivio" è la parola chiave per comprendere questo disco di Gerry Rosi
Neanche a farlo apposta, sin dal nostro primo ascolto di questo disco di Gerry Rosi, abbiamo cominciato da "Bivio", la terza traccia nonché title-track. La nostra traccia, ce ne rendiamo bene conto abbastanza bizzarra, è stata dettata dal fatto che una parola tanto pregna di significato com'è, giustappunto, bivio, non poteva essere utilizzata da Rosi a cuor leggero: e infatti è stato proprio così. Già perché il cantautore, in un lavoro che sulla lunga distanza potremo definire come ispirato e ben realizzato, in "Bivio" realizza appunto la summa del suo pensiero, unendo la vena del "scrivere musica" con quegli affreschi vagamente poetici che rendono questa canzone tanto densa, tanto profonda, tanto stratificata eppure non pesante, ma aerea o, se preferite, "leggera". Intendiamoci non tutto funziona in questo disco, specialmente nell'ultima parte dove gli arrangiamenti ci sono parsi un po' troppo simili ai precedenti anche se occorre dire come la qualità media della scrittura si sia mantenuta su buoni, se non alti livelli. A conti fatti quindi siamo di fronte ad un lavoro che trae la sua forza nell'uso, consapevole e conscio della parola, e che ci mette davanti ai più o meno tanti bivi della nostra coscienza o della nostra vita: e questo senza neppure tirare in mezzo l'omonima trasmissione di Enrico Ruggeri.
---
La recensione Gerry Rosi - Bivio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-18 07:10:26
COMMENTI