Quant'è bella la sensazione che si prova allorquando si scopre un nuovo artista interessante? Forse tra le più belle. Ed è proprio quello che trasmette il cantautore siculo-toscano Ciulla con il suo nuovo album, "Canzoni dal quarto piano".
Le influenze sono veramente molte. Tra le varie, si sente l'elettronica di Andrea Nardinocchi, il romanticismo di Cremonini e il cantato soft di Colombre. Se il tutto si concludesse con una serie di rimandi musicali ad altri artisti la cosa non ci piacerebbe molto, ma questo non è il nostro caso. Innanzitutto, a distinguere Ciulla da molti altri cantautori vi è la sua capacità descrittiva, di rara bellezza, in grado di farci vedere con chiarezza distese sconfinate di stelle, gli abissi più profondi del mare, le luci dei palazzi che squarciano la notte, così come il vento e lo scorrere del "fiume che spacca la città". Oltre a questo, c’è molta freschezza nella componente musicale, con un bellissimo pianoforte a farle da padrona, estremamente romantica, incredibilmente nostalgica . Interessante è poi la grande varietà degli argomenti trattati (mai in modo banale). Si passa infatti dalla depressione, che pesa come "una nuvola nel cuore", alla felicità propria del riscoprire ciò che ci circonda; dall'amore, quello spassionato, fino a profonde analisi sulla propria esistenza.
Ciulla centra il bersaglio e lo fa con delicatezza, eleganza e dolcezza. Farà sicuramente breccia in molti cuori.
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