Bruno Bavota
Get lost 2019 - Strumentale, Crossover, Ambient

Get lost
19/08/2019 - 08:14 Scritto da Mattia Nesto

Composizioni eteree ed eleganti per un disco di gran classe

Grande classe, praticamente ad ogni nota: con questa frase si potrebbe riassumere, con una buona dose di autenticità, il disco di Bruno Bavota "Get Lost". Non servono infatti molte parole per analizzare un album come questo, che ricorda per certe soluzioni stilistiche la recente colonna sonora del videgioco Gris dei Berlinist. Infatti se dovessi scegliere un sentimento dominante "Get Lost", oltre al logico riferimento con "il perdersi", ma di questo parleremo più diffusamente dopo, opteremmo certamente per la nostalgia, quel sentimento tanto potente, tanto dolce-amaro, tanto conosciuto da noi tutti che è come se esplodesse nel lavoro di Bavota. Bavota infatti in pezzi come "Movement", grazie ad un uso sapiente dei violini, spinge forte sul pulsante della nostalgia, tenendo sempre però la rotta verso quell'eleganza di cui dicevamo poco sopra, perché ogni scelta in fatto di arrangiamenti è (quasi) sempre quella giusta. Ma si accennava prima del concetto di perdersi. Ecco il perdersi è centrale in questo disco, ma in plurime accezioni: infatti la perdita non è mai un qualcosa di negativo qui ma è una sorta di controcanto all'esplorazione, un po' riecheggiando gli immortali versi del Petrarca che abbiamo imparato tutti a scuola:" Solo e pensoso i più deserti campi/ vo mesurando a passi tardi e lenti,/ e gli occhi porto per fuggire intenti/ ove vestigio uman l'arena stampi". Ora capite bene quanto ci sia piaciuto questo album no?

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