Il racconto di un quartiere storico di Sesto Fiorentino nell'implacabile post hardcore/metal degli Zambra
‘Prima Punta’ sono le storie immaginate e narrate in inglese di Zambra, quartiere storico di Sesto Fiorentino contrassegnato da una modernità industriale, ma anche da un passato ancestrale testimoniato dalla necropoli etrusca. Sono queste particolari vibrazioni che abbracciano i millenni e tanta differente umanità a risuonare in nero nel disco degli Zambra; un disco cupo e pesante, come i fumi delle ciminiere, come il passato oscuro della misteriosa civiltà etrusca, come i riff martellanti e le urla viscerali che ne costituiscono l’ossatura. Quella di un post-hardcore lento ma incessante, carburato a melodie velenose e riff, dove però la lezione di Jesus Lizard e altri numi tutelari del genere (’Rimaggio’), si contamina e si sporca ulteriormente di fuliggine con un’attitudine genuinamente metal. Ce lo raccontano l’approccio estremo alla vocalità, con il growl e lo scream che ci esplodono addosso fin dall’attacco dell’opener ’Metano’, il riffing tagliente e granitico, l’implosione del flusso di groove in passaggi lenti e funerei vicini alle sonorità doom, strizzando forse anche l’occhio a certi modi del black metal, in un mix di furia hardcore e solennità implacabile che ricorda un po’ gli ottimi Hate&Merda. Si respira sì, ma solo per accrescere la tensione; nei passaggi dalle distorsioni più dilatate, in quelli dove il paesaggio è fatto di arpeggi e feedback dominati da un parlato sepolcrale, un po’ Mike Patton nella sua veste più cinematografica, come nel bellissimo intermezzo quasi drone di 'Yanusz '. Energico, ansiogeno, viscerale e disperante, 'Prima Punta' è un ottimo esordio che, anche senza capirci molto dei testi, trasporta facilmente all'interno di un concept dall'identità forte e personalissima.
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La recensione Prima Punta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-29 16:58:16
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