Dadi etro Droid Tea 2019 - Trip-Hop, New-Wave, Electro

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I suoi due artefici lo hanno chiamato “Infuso Androide” e io direi che possiamo starci dentro alla grande.

Alla fine la definizione di “infuso androide” potrebbe rivelarsi davvero illuminante per approcciarsi al meglio al secondo lavoro dei Dadi Etro: accordi, (dis)armonie, parole, citazioni, rumori, pulsazioni, cazzeggi serrati, transistor, nevrastenie varie ed eventuali convivono all’interno di un vero e proprio calderone, approntato dal duo milanese in una terra di mezzo tra musica elettronica e performance teatrale.
Davvero in gamba Richi e Mariana nel declinare il loro synthpunk dall’attitudine cabarettistica su cangianti registri pop-esotico-fantasmatici come se una trasfigurazione più confusionaria e giocherellona dei mai dimenticati Krisma si ibridasse con gli Art Of Noise (mimetizzati nei frangenti di più pura schizofrenia sintetica – “Back Door” in primis) e la new wave sghemba dei B-52’s (“Bristol” e “Real Fake”). A nobilitare il bislacco quadro d’insieme anche l’esotismo irrequieto di “Dado”, le spigolosità post-punk di “Eu Quero” e “Hate This”, le sfuggenti movenze trip-hop di “Karma” - che forse incarna l’episodio più riuscito del lotto - e persino le note di un cavaquinho (chitarrina a 4 corde diffusissima nella tradizione folk portoghese) che serpeggia furtivamente qua e là (su tutte la fumettistica “Acho Che Não”).
Come già anticipato, loro lo hanno chiamato “Infuso Androide” e io direi che possiamo starci dentro alla grande.

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La recensione Droid Tea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-13 14:23:00

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