Un rosario di turbolenze sentimentali ad alto tasso glicemico cucinate in anemica salsa pop-rock.
Camicina a scacchi, chitarra in spalla, folta chioma di capelli e lo sguardo felino di uno che sembra saperla lunga. Diciamo pure che sulla carta gli archetipi del buon rocker vecchio stile parrebbero esserci tutti per Leonardo Lion, a giudicare almeno dalla sua posa sulla copertina.
Alla prova dei fatti però – invece di riscoprire un novello Edoardo Bennato o Ivan Graziani – ci si accorge, canzone dopo canzone, di quanto il musicista pugliese si ritrovi (suo malgrado?) ad annaspare nel mare magnum del più anemico e convenzionale pop-rock all’italiana, perché tutto, ma davvero tutto – dalle musiche ai testi, dall’interpretazione agli arrangiamenti – sembra incarnare l’antitesi del buon rock, inteso come ricettacolo di passione, energia, sudore e sangue. Insomma, nulla più di un rosario di umanissime turbolenze sentimentali (sistematicamente declinate alla seconda persona singolare) snocciolato da una voce caratterialmente sottodimensionata in un tripudio di chitarrine inoffensive e prolassi sanremesi dall'elevato tasso glicemico (“Vorrei vivere la vita accanto a te / Sorridendo ai miei problemi insieme ai tuoi” – “La vita accanto a te”, oppure “Appena ti vedo la voglia mi assale / Tu sei tra le cose più belle inventate” – “Dimmi dov’eri”, o ancora “Ho bisogno di te / Di restarti vicino / Non mi abbandonare / Tu sei la mia libertà” – “Ho bisogno di te”).
Purtroppo non riescono a evitare il naufragio di questo debutto, forse un tantino precipitoso, neanche quegli episodi con maggiore spinta ritmica come “Mai più”, “A qualunque costo” e “Anemone”, anch’essi lontani anni luce dai minimi livelli fisiologici di emoglobina.
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La recensione Anemone di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-19 19:53:00
COMMENTI (3)
A distanza di poco più di un anno... REcensione del secondo Album:rockit.it/recensione/51490/…
Grazie a te per la garbata replica.
Il punto è che, per tua sfortuna, mi sono ritrovato a recensire la tua trasfigurazione più "morbida e convenzionale" anziché quella più colta e progressive, alla quale, evidentemente, hai dato meno visibilità.
Buona Musica a te.
Ciao Antonio, innanzi tutto grazie mille per la recensione... anche se mi aspettavo che prendessi il mio lato Sanremese come una possibilità discografica italiana e non come uno sminuire ciò che fanno nella città dei fiori.
Negli anni i miei progetti hanno sempre avuto la mia impronta e cioè quella progressive rock (tutt'altro che sanremese), con una voce più rauca, ma è sempre stato difficile proporlo ad una nazione così abituata alla "semplicità".
Da qui è nata la voglia di mostrare il mio lato più morbido e convenzionale, e quindi di registrare per una volta un album più commerciale.
E' sicuramente qualcosa di diverso dal mio solito, ma a me (che sono molto versatile), piace tutto così com'è venuto.
Buona musica sempre.
Leonardo Lion