Leonardo Lion
Anemone 2019 - Rock, Pop, Rock d'autore

Anemone
19/08/2019 - 19:53 Scritto da Antonio Belmonte

Un rosario di turbolenze sentimentali ad alto tasso glicemico cucinate in anemica salsa pop-rock.

Camicina a scacchi, chitarra in spalla, folta chioma di capelli e lo sguardo felino di uno che sembra saperla lunga. Diciamo pure che sulla carta gli archetipi del buon rocker vecchio stile parrebbero esserci tutti per Leonardo Lion, a giudicare almeno dalla sua posa sulla copertina.
Alla prova dei fatti però – invece di riscoprire un novello Edoardo Bennato o Ivan Graziani – ci si accorge, canzone dopo canzone, di quanto il musicista pugliese si ritrovi (suo malgrado?) ad annaspare nel mare magnum del più anemico e convenzionale pop-rock all’italiana, perché tutto, ma davvero tutto – dalle musiche ai testi, dall’interpretazione agli arrangiamenti – sembra incarnare l’antitesi del buon rock, inteso come ricettacolo di passione, energia, sudore e sangue. Insomma, nulla più di un rosario di umanissime turbolenze sentimentali (sistematicamente declinate alla seconda persona singolare) snocciolato da una voce caratterialmente sottodimensionata in un tripudio di chitarrine inoffensive e prolassi sanremesi dall'elevato tasso glicemico (“Vorrei vivere la vita accanto a te / Sorridendo ai miei problemi insieme ai tuoi” – “La vita accanto a te”, oppure “Appena ti vedo la voglia mi assale / Tu sei tra le cose più belle inventate” – “Dimmi dov’eri”, o ancora “Ho bisogno di te / Di restarti vicino / Non mi abbandonare / Tu sei la mia libertà” – “Ho bisogno di te”).
Purtroppo non riescono a evitare il naufragio di questo debutto, forse un tantino precipitoso, neanche quegli episodi con maggiore spinta ritmica come “Mai più”, “A qualunque costo” e “Anemone”, anch’essi lontani anni luce dai minimi livelli fisiologici di emoglobina.

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