a fervida tradizione blues jazz napoletana rielaborata in salsa demenziale, a metà strada tra gli Skiantos e Pino Daniele.
Ancora non ho capito come si pronunci il titolo dell’album, francamente, non so nemmeno se prendere Giovanni “John” Tammaro come nome vero o fittizio. Se ci fosse un “Tammaro” al fantacalcio lo comprerei esclusivamente per il cognome. Che sia una specie di omaggio, una parodia a qualche semi sconosciuto musicista italo americano?
“Ippopotminaetnintopen” è il primo album ufficiale della band capitanata da Giovanni, i Better Call John: la fervida tradizione blues jazz napoletana rielaborata in salsa demenziale, a metà strada tra gli Skiantos e Pino Daniele.
Sketch alla Maccio Capotonda riproposti in strofe che, nella più classica impronta comedy rock, svariano negli stili e nei generi. “Havona Pompilova”, ad esempio, ricorda da vicino un rap di Caparezza (l’artista di Molfetta, in effetti, può vantare tra le sue maggiori ispirazioni Frank Zappa). “Figlio di becchino”, in qualche modo, è facilmente accumunabile all’epica “Gimmi I.” degli Elio e le Storie Tese. “No bane for me” veleggia lenta su un andamento alla “Little Wing”. Crasi perfetta tra Jimi Hendrix e gli Squallor.
Demenziale certo, ma raffinato. Divertente, ma ben suonato. Irriverente, dadaista.
---
La recensione Ippopotminaetnintopen di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-29 17:44:00
COMMENTI