iBerlino tornano con un ep in cui canzoni raffinate e dalle atmosfere tenebrose si stagliano su panorami dark wave ed elettro-pop
Le pareti pixellate di suoni che delimitano l’immaginario dancefloor creato da “Urban Graffiti”, nuovo lavoro degli iBerlino, sono completamente dipinte di nero e lucidissime come specchi. Su di esse si proiettano immagini di città notturne, semafori che si illuminano, insegne al neon che lampeggiano, “strade che si infrangono, uomini le attraversano” (da “Urban”) e una realtà sospesa che si muove con ritmi ora più lenti e sinuosi e ora più sfuggenti e inafferrabili rispetto a quelli del mondo esterno. Questo scenario da club ipnotico e a tratti onirico si spalanca sin dalle prime note di questo nuovo ep della band, pubblicato il 14 giugno con etichetta Labionda Records.
Con “Urban Graffiti” i nostri sterzano con fermezza verso sonorità elettroniche e lounge, che travolgono nella polvere i retaggi alt-rock o gli episodi acustici dei precedenti lavori, ne traducono il linguaggio con vocabolari di synth e batterie elettroniche e impastano il tutto con un gusto retrò ma con sguardo rivolto al futuro, forgiando canzoni raffinate e dalle atmosfere tenebrose che si stagliano su panorami dark wave ed elettro-pop, come in un incontro tra Kraftwerk e LaCrus, tra gli Ultravox e Garbo.
Uno dei momenti più alti del breve lavoro è sicuramente “Il circolo del Sole”, che con una strofa minimale e un ritornello che si apre al pop più cantabile, sottolinea la necessità di essere se stessi (tema che attraversa tutto l’ep, a cominciare dalla copertina in cui tutte le figure sono ferme ma solo una, imperterrita e controcorrente, cammina).
Un disco che illustra scene di una società alienata con brani che sono piccole poesie elettriche e metropolitane.
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La recensione Urban Graffiti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-30 11:21:40
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