Quello di Dieg è un progetto ancora acerbo ma che lavorando meglio sui suoni potrebbe ritagliarsi una propria nicchia
Un ep dedicato alla nera “Mietitrice” e formato da sei tracce il cui leit motiv è facile da intuire, sancisce paradossalmente la nascita del progetto di Dieg (la cui “o”, che sembra mancare al moniker, nell’immagine in bio è formata da un cuore!). Dopo questo ep, Dieg ha pubblicato un intero lp, “È triste” – restando legato a questo esordio per tematiche e anche per l’immagine di copertina – e ancora, subito dopo, un nuovo singolo non presente nel lp, “Già da 1 ora”, in collaborazione con tale Soffio. Ma cominciamo parlando di questo dischetto d’esordio.
Prima di tutto Dieg si autoproduce e cura ogni dettaglio di questo “Mietitrice ep”, per cui, pur potendosi così fregiare della definizione di “indie” nella sua originale e pura accezione, trattandosi di un esordio era facile che questa scelta finisse per penalizzare i suoni e la qualità delle basi, infatti, soprattutto nei brani più “complessi” ed elettronici, le basi risultano spesso prive di dinamica, ripetitive (e non psichedeliche) e troppo plastiche. Molto meglio la più semplice “Quanto odio questo amore”, inserita nella sua versione acustica, solo voce e chitarra.
Al di là della parte strumentale, la proposta di Dieg sembra più ispirata a livello testuale, con le liriche che azzardano sguardi originali e talvolta sarcastici sul filo conduttore espresso dal titolo e si caratterizzano per l’interpretazione vocale, monotona e quasi statica, à la Giovanni Lindo Ferretti.
Un progetto acerbo ma che lavorando meglio sui suoni potrebbe ritagliarsi una propria nicchia.
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La recensione Mietitrice EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-31 11:14:57
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