Uno sfogo, un urlo lacerante che parte dalle viscere per scaraventarsi contro le coscienze di chi sa ascoltare ma che riesce a ferire al suo passaggio anche chi è abituato a voltare la testa. Mario Caruso (voce e chitarra), Nicola Mancini (basso, sintetizzatore) e Nicola Cigolini (batteria), ovvero i tre elementi di questo composto chimico chiamato Allume e che da principi molecolari si consolida in un primo disco sulla lunga distanza massiccio e spigoloso, prendono le mosse dal disagio dell’umanità di fronte all’angoscia del tempo che scorre inesorabile e le cristallizzano su desertiche ispirazioni a metà strada tra post-stoner e psichedelia.
“ODE” è il titolo di questo primo album, che in sole tre lettere fonde l’ispirazione poetica dei testi (vere e proprie “odi” ai concetti dell’ignoto, del dubbio e dell’attesa) ad una più aperta visione proiettata sul futuro e definita “Orizzonte Degli Eventi”, che rappresenta lo sguardo della band non solo da un punto di vista testuale ma anche musicale. Gli “orizzonti” degli Allume, infatti, sia per i testi che per le musiche sono vasti, lungimiranti, sabbiosi eppure oscuri e tenebrosi, e lungo questi frastagliati orizzonti le dune dalle sagome minacciose si scompongono e ricompongono sotto il potente soffio di un vento quasi profetico che infuria sulle dieci composizioni.
Un ottimo primo passo per gli ex Samcro, che con questo nuovo progetto possono andare davvero lontano e spostare un po' più in là i loro "orizzonti".
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