"En el agua de la tierra" ha il suono di un piano solo, nudo, al centro della scena. Sperimentazione compositiva di talento.
Marcelo Zallio è un musicista e compositore brasiliano che oggi ci presenta il suo disco per solo piano, dall’anatomia sperimentale. Nella forma di dieci canzoni, il suono di “En el agua de la tierra” lambisce le sponde di un torrente, come acqua che arriva alla terra senza fragore, dolcemente. Questa è l’immagine di ciò che definiremmo un album liquido per le melodie che scorrono, con delicato candore, lungo la tastiera del pianoforte. Il piano nudo, solo, al centro della scena, non sembra appartenere al presente ma al subconscio, al mondo dei sogni. Ne viene un disco di intrigante e lacerata densità che ha la forma dell’acqua.
Le intenzioni dell’autore sono chiare e vogliono “sperimentare elementi compositivi poco convenzionali”; così nella title track dell’album – nucleo dell’opera – si rintraccia la teoria del musicista svizzero Levy sull’armonia inversa, mentre “Dodecafonia” rende omaggio al compositore austriaco Schönberg. Ogni pezzo sembra rimandare allo spirito creativo di qualcun altro, pur attraverso il talento compositivo di Zallio. L’ascolto di “Gracias mama” dà vita a lentezze e frenesie come prove di forza virtuosistiche; “La quinta” offre sublimi tracciati melodici e in “Lluvia de domingo” si immagina come l’autore possa aver compiuto il viaggio alla ricerca di suoni su cui sperimentare la propria arte. La rete dei toni di Tonnetz si cela ne “La red invisible” - ed è l'autore stesso a svelarcelo - a dimostrazione del percorso meditativo e creativo alla base del disco.
Morbido e rilassante, da ascoltare in un giorno di pioggia.
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La recensione En el agua de la tierra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-28 11:28:35
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