Claudio Spagnoli vive a Londra, ha 20 anni ama i libri di Daniel Pennac, i quadri di Vincent Van Gogh e i pezzi degli Oasis, il suo ep si chiama "Primo Vero" ed è un groviglio di elettronica sintetizzata e vagonate di indie pop. La seconda traccia "Deliveroo" ne è l'esempio perfetto. Riconoscibile la cadenza e l'attitudine romanaccia di Claudio.
Mentre Ulysses sembra una marcia elettronica dai ritmi solenni e dai cori dalle voci profonde.
Quattro tracce, un intro strumentale dal gusto sintetico del pop. Due featuring, due voci femminili.
“Edera” ha tonalità cupe come le foglie in autunno che iniziano a cadere. Un ep che non ha la pretesa di considerarsi un capolavoro, un progetto curato, ma ancora acerbo, apparentemente senza collante. I quattro brani dell’ EP possono fare da apripista per un progetto con maggiore identità. Il pop nostrano che ha bisogno di una spinta in più per emergere a partire dai testi. “Primo vero” è sincero, Claudio si mostra per quello che è, per i suoi vent’anni e per la grande voglia di fare. Un plauso merita la produzione e il sound elettro-pop che viene fuori.
"Io stasera chiamo Deliveroo", quasi quasi lo faccio anche io, a Milano piove.
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