Parafrasando un loro brano, "Rivedo in te la DPG". Ma i FSK sono anche molto altro e lo dimostrano in TRAPSHIT
Arriva dalla Basilicata qualcosa che sta sicuramente generando interesse e chiacchiericcio nel panorama trap/hip-hop: abbiamo già conosciuto la crew FSK, ed ora più che mai son destinati a far parlare, nel bene o nel male, con la pubblicazione del disco “FSK TRAPSHIT”.
Undici tracce riconducibili alla più recente ondata di autotune e bassi che si stampano come ceffoni sul volto: dietro al banco di missaggio, la mano di Greg Willen, che conduce le voci di Taxi B, Sapo Bully e Chiello FSK in labirinti sonori mai ripetitivi, e di certo non accomodanti per i testi quasi totalmente focalizzati sul consueto trittico denaro-droga-donne. Certi episodi fanno risuonare domande del tipo “ma fanno sul serio?”, poi con il giro di boa l'album prende nettamente bene: “Melissa P” è probabilmente l'episodio più riuscito, con un sound che ricorda vagamente le strumentali di Liberato ed il ritornello facile facile da cantare in singalong. Scelta giusta posizionare subito dopo “Non è mia”, incorniciando i cinque minuti meno confusionari dell'intero ascolto.
Di continuo accostati a Dark Polo Gang e Young Signorino, gli FSK dimostrano con i saliscendi concretizzati in trapshit una buona capacità di mettersi in gioco, la voglia di sperimentare tra varie strade percorribili nel mondo della trap, e produzioni convincenti sul piano tecnico, ed in alcuni casi già mature. Sicuramente avranno tempo e modo di crescere e sviluppare ulteriori inediti, ma nel frattempo gli FSK rispondono presente alla chiamata e hanno qualcosa da dire.
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La recensione FSK TRAPSHIT di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-15 20:24:03
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