Metal, hardcore, rock, funk, grunge, tanta melodia. Proviamo a capirci meglio intonando una filastrocca: i Rage Against The Machine che incontrano i Faith No More che passano a prendere i System of a Down che tutti insieme vanno al concerto di Vasco Rossi (anzi, facciamo Capossela, che fa più bella figura). Insomma, tanta roba da ascoltare e tanta bravura da scoprire. In certi momenti il risultato è davvero magnifico, in altri è soporifero ed il polpastrello indica impietoso il tasto skip. La sostanza comunque è che si tratta di crossover e da sempre i Los Bastardos sono sublimi nel campo. Noncuranti del tempo che passa e del genere che invecchia, mantengono la loro posizione e spaccano tutto con eleganza. Molto meno ricchi delle nu-boyband statunitensi, ma egregiamente prodotti e con più stile. Meno trascinanti ed accattivanti dei Linea 77, ma con maggiore spessore nei testi ed un'attitudine "italiana" nella scrittura. Poco importa se la modernità sia un miraggio, perchè la credibilità rimette tutto in ordine.
Scorbutici, imperiosi e tecnicamente ineccepibili, scolpiscono canzoni dirompenti e fuori moda, ma decisamente talentuose. Più riflessivi e lineari rispetto al precendente disco, perdono forse qualcosa in freschezza, ma restano perfetti nelle loro scorribande di crossover old school, rivelando però uno spessore lirico degno di un cantautore, grazie ad un uso della parola che punta sempre al messaggio ed una teatralità espressiva contagiosa.
Estremamente accessibili nelle costruzioni melodiche, intrecciano trame di chitarre senza fronzoli, stracciando convulsioni funk in compatti ambienti metal. Indubbiamente perfetti per chi è rimasto intrappolato nelle sonorità crossover degli anni '90, ma altrettanto validi per chi vuole gustarsi un connubio tra familiare suggestione statunitense ed ispirata tradizione peninsulare.
Un disco non stupefacente, per quanto convincente. E' possibile che venga riscoperto tra dieci anni in un'ondata di revival, ma oggi corre il rischio di non lasciare traccia del suo passaggio.
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La recensione Effetto Domino di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-07-30 00:00:00
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