Barry MadBarry a pezzi2019 - Rap, Alternativo, Pop rock

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Fosforescenti memorie del sottosuolo parafrasate in “barre” si dipanano in uno psichedelico stile che esula dai classici stilemi hip hop per contenuti ed influenze.

I 60 Frame erano una band ascolana dalla spiccata propensione elettronica. Quando il trio si scioglie per via di alcune incomprensioni, Lorenzo decide di creare Barry traendo ispirazione dal film di Night Shyamalan che vede protagonista la storia vera di Billy Milligan, l’uomo affetto da un disturbo dissociativo dell’identità con ventiquattro personalità distinte. Un nome che sembra ben rappresentare l’attitudine compositiva estremamente camaleontica di questo giovane “rapper” marchigiano. Fosforescenti memorie del sottosuolo parafrasate in “barre” si dipanano in uno psichedelico stile che esula dai classici stilemi hip hop per contenuti ed influenze.

Ariel Pink prestato al rap. Un immaginario estetico paradossale ma coerente fa da cornice alla musica di Barry Mad riuscendo ad integrare questa componente sovversiva e paradossale in un contesto catchy e colorato, con canzoni che, pur virando ostinatamente verso una direzione ostentatamente pop (vedasi “Tokyo”), riescono sempre a sorprendere per le improvvise svolte stilistiche, col raffinato citazionismo che contraddistingue i testi (ricchi di riferimenti interessanti) ma anche le basi (in particolare “Black out Mirros” dichiarato tributo ai Black Keys).

A metà strada tra i Dari e Tyler the Creator, se dovessi riassumere “Barry a pezzi” in un’unica frase, lo descriverei come un divertente musical emo-pop scritto da Woody Allen ed interpretato da Marilyn Manson.

Bravo.

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La recensione Barry a pezzi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-08-06 15:56:00

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