Alternative rock oscuro e velenoso, dalle forti tinte metal e qualche sfumatura grunge, nel primo ep dei veneti milliSievert
Con il loro primo ep, intitolato “Freefall”, i milliSievert si presentano con la loro formula radioattiva di alternative rock oscuro e velenoso, dalle forti tinte metal e qualche sfumatura grunge. Le quattro tracce di “Freefall”, della durata media di sette minuti, sono piccole suite costruite in equilibrio sul filo della tensione: i cinque rocker veneti elaborano trame complesse intrecciando linee di chitarra narrative intorno ai solidi pilastri costruiti dal basso e dalla batteria su cui si inserisce poi la voce, spesso supportata da cori enfatizzanti.
Le sonorità, con richiami che vanno dagli anni ’90 fino ai primi anni del nuovo millennio, si alternano tra momenti più sostenuti (l’introduttiva “Horizon”) e altri ritmicamente più pacati (la conclusiva “OM”). Il brano che meglio rappresenta lo stile della band è comunque “Bedlam”, con la sua introduzione palpitante che apre la strada a sette minuti di inquietudine che si risolvono con un finale sospeso. Il pezzo più breve, invece, “CCK-4” (un ormone capace di provocare ansia e attacchi di panico) proietta in un’atmosfera apocalittica chiudendosi con uno dei più belli assoli di chitarra di tutto il disco.
I milliSievert non puntano sulla velocità ma piuttosto creano macigni sonori a metà strada tra quelli di Metallica e Alice In Chains e i traguardi del nu metal, generando un ep che si fa apprezzare soprattutto per la libertà di scrittura della band, la quale, pur rifacendosi agli insegnamenti dei maestri dei generi succitati, non segue canonicamente le loro lezioni ma costruisce in maniera originale le sue idee.
Attendiamo di scoprire se riusciranno a mantenere così alta l’ispirazione per un intero lp.
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La recensione Freefall di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-07 12:58:03
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