C'è un antidoto a "Veleno"? No, non stiamo parlando di un qualche intruglio o peggio ma ci stiamo riferendo alla traccia numero nove di questo "Indacõ" di Milõ. Già perché "Veleno" è stato uno degli ascolti più frequenti in redazione proprio grazie a quell'impasto, molto particolare, tra sonorità gelide ed elettroniche e un testo invece caldo, sentimentale e simil-barocco. Questi ultimi attributi, in fondo, potrebbero poi essere benissimo applicati a descrivere Milõ, un cantautore senza dubbio eclettico e che in questo suo disco ha davvero fatto un bel lavoro. Un lavoro solido, con pezzi arrangiati in modo elegante e raffinato e che ci hanno lasciato un "ottimo sapore" sulle labbra, senza dimenticare però il fatto che alla lunga alcuni meccanismi dell'artista romano vengono a galla in modo abbastanza evidente. C'è infatti una certa qual "maniera" nella composizione delle canzoni: pezzi quali "Gelido" o "Paranoico" sono sì brani buoni ma offrono un po' il fianco a qualche critica su una certa ripetitività nelle soluzioni sonore. Ed è vero ma è anche, in fondo, la cifra stilistica di Milõ che ama giocare anche su un effetto ipnotico/di ripetizione con i propri ascoltatori. E alla fine ha ragione lui perché, parlando a livello generale, "Indacõ" è un gran bel disco, specialmente dal punto di vista meramente stilistico. Per i contenuti diciamo che siamo certi che l'artista di Roma ci stia lavorando.
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