Un esordio che non è un esordio ma che incuriosisce lo stesso
Leggiamo direttamente dalla biografia dei Fiori: "A metà strada tra Minneapolis e Washington DC, Hanno alle spalle anni di esperienza nell’underground torinese ed italiano". Ecco occorre partire da qui, da questo tratto distintivo e identitario, per approcciarsi con un minimo di coscienza a "L'Eleganza", il disco d'esordio dei fiori che però, quasi in un "gioco di specchi", non è propriamente un esordio. Già perché se è vero come è vero che questo è il primo disco dei Fiori, va anche detto che i membri della band sono "vecchie conoscenze" dell'underground torinese e quindi adusi e avvezzi al calcare i palchi dei club in giro per l'Italia. Tuttavia, ed è proprio qui che sta la forza e l'interesse dell'intero disco, in pezzi come "Immobile" o anche nella bellissima "Cose Piccolissime" i Fiori suonano con estrema leggerezza e con un candore di intenti propri, giustappunto, di una band di assoluti esordienti. Ecco la purezza primigenia della loro musica, un punk rock "di importazione", si sarebbe detto una volta nelle fanzine che di mano in mano ci si scambiava sottobanco al liceo, è il loro tratto distintivo e identitario di cui parlavamo poco sopra. E non importa se all'orecchio di un "ascoltatore contemporaneo" questa musica sembra "passata di moda". Ai Fiori poco importa se si sia ancora nel 1989 o nel 2019. La cosa importa è suonare, suonare la loro musica: il resto può rimanere benissimo fuori dalla saletta prove.
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La recensione L'Eleganza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-17 08:10:07
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