R.Y.F. Shameful Tomboy 2019 - Dark, Alternativo, Slow-core

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Folk, darkwave e slowcore contro il patriarcato eteronormativo: R.Y.F. apre una nuova parentesi originale ed emozionante nella narrazione LGBTQ+

Se vi è capitato di pensare che one man band sia una definizione limitante perché assume il genere del musicista, forse dovreste ascoltare questo disco. Se non vi è mai capitato di pensarlo perché in fondo credete che le one man band siano effettivamente composte sempre da uomini, allora dovete assolutamente ascoltare questo disco. Non solo perché R.Y.F. , al secolo Francesca Morello, dirige tutta da sola un album intenso e sofferto senza diventare ammorbante, anzi. Ma anche perché le canzoni di ‘Shameful Tomboy’ hanno al centro proprio questioni di genere, in particolare quelle relative all’emarginazione di personalità queer e non binarie (’Shameful Tomboy’). Attraverso una narrazione diversa da quella celebrativa e gioiosamente ‘favolosa’ che caratterizza (giustamente, aggiungerei) buona parte del discorso LGBTQ+ contemporaneo, percorrendo uno sentiero più scuro e obliquo verso la favolosità. L’estetica e il linguaggio sonoro di R.Y.F., Restless Yellow Flowers, sono infatti quelli che derivano dal background folk/blues e dalla vena darkwave e slowcore. In apparenza una stanza accoppiata, in realtà un binomio vincente che, praticamente solo con la chitarra e l’ottima voce di Francesca, dà vita a momenti ritmati di post-punk-wave (’1st Times’, brani di dark folk acustico dal sapore neo gotico (’Lucifer’, ’Raised To Kill’), aperture dolci e malinconiche (’Take My Soul’). C’è una certa aura esoterica che ammanta l’album, a iniziare dall’apertura con ’Lucifer’, in linea con quella tendenza al recupero della stregoneria e di alcune forme di occultismo in chiave anti patriarcale. Forse ‘Shameful Toyboy’ non è un album per tutti i palati, ma è un album nel suo piccolo importante, perché c’è tanto bisogno in questo momento di musica che sappia parlare di questioni autentiche e che dia voce soggettività ancora troppo spesso relegate al silenzio, ma c’è bisogno anche che lo si faccia al di fuori di forme trite e ritrite, con gusto e personalità, proprio come fa R.Y.F.

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La recensione Shameful Tomboy di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-27 22:36:00

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