"Liquido Amniotico"; un disco dal potenziale trattenuto
Il cantautore Calende, classe 1993, debutta sulla scena musicale con l'album "Liquido Amniotico". Sin dalla prima traccia, "Coca Media", i riferimenti musicali risultano ben chiari. Quella che ci viene presentata, infatti, non è che un'acerba ripresa- nei suoni, quanto nello stile- di quel cantautorato romano di ultima generazione à la Clavdio, con tastiere e sintetizzatori in primo piano, e della scrittura accattivante tipica di dell'itpop di "Calcuttiana" memoria. Acerba, occorre puntualizzarlo, in quanto si distacca dall'indiscutibile cura riservata alla produzione e al contenuto lirico che caratterizza i lavori degli artisti sopracitati, ma comunque interessante nel suo insieme. In questo suo disco d'esordio Calende ci racconta di travolgenti storie d'amore vissute in una Milano notturna ("Coca Media"), di estenuanti vite frenetiche ("Italia Korea"), fino alla dipendenza psicofisica che talvolta può nascere nei confronti di una persona ("Underground"). Il potenziale e i presupposti per diventare il nuovo nome dell'itpop ci sono tutti: intimismo cantautoriale, ritornelli orecchiabili e una grande ironia. L'invito è quindi quello di sviluppare tale potenziale, lavorando con maggiore cura sul dato testuale (ricordando che "a me mi" lo puoi dire solo se sei Alessandro Manzoni o Vasco) e ricercando una maggiore originalità a livello musicale, che c’è un mondo splendido oltre ai synth e alle tastiere.
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La recensione LIQUIDO AMNIOTICO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-13 17:20:03
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