Con il terzo album il polistrumentista romano se la prende con tutti gli “ipocriti di merda” e con molte altre piaghe sociali dell’era moderna
Dopo essersi raccontato nel primo album/diario intitolato “Vorrei essere come te” e dopo aver riflettuto sul tempo che passa nel secondo lp, “Melodie impolverate”, Andrea Cassetta giunge al terzo lavoro sulla lunga distanza con questo “Di cattivo gusto”. La penna appuntita del polistrumentista romano questa volta scrive invettive contro il marcio che infesta la società di oggi e lo fa tirando fuori dalle viscere tutta la rabbia che certi atteggiamenti scatenano in chi non riesce ad omologarsi alla massa.
Il gusto “cattivo” del titolo è quindi molto probabilmente quello della “morale amorale” che guida il mondo moderno e che lo sguardo aguzzo del cantautore scruta impietosamente portandone alla luce i lati più subdoli, nei confronti dei quali si scatena tutta l’anima rock del nostro. Componendo, suonando, arrangiando e producendo in totale autonomia (con il solo sostegno di Leo Andreula per la foto in copertina, che ritrae l’artista mentre si “buca” iniettandosi la “droga-musica”) Andrea Cassetta partorisce così nove pezzi che non le mandano a dire e che cavalcando l’onda del filone rock alternativo italiano schiaffeggiato ulteriormente da echi punk e ubriacato dal blues, compone inni per una generazione di “Schiavi in libertà” (dal titolo di uno dei brani più riusciti del combo, insieme al singolo “Ipocriti di merda”).
Con i suoi punti di vista lucidissimi aizzati da una scrittura schietta e diretta, un’ottima cura del suono e arrangiamenti che mirano dritto al bersaglio, Cassetta è più che determinato a colpire al cuore delle coscienze e non dubitiamo che con questo disco riuscirà a fare non poche vittime.
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La recensione DI CATTIVO GUSTO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-29 23:50:23
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