L'Introverso sono una band meneghina attiva dal 2013, anno in cui esordirono con il loro primo full-lenght intitolato "Io", seguito solo due anni dopo da "Una primavera", disco che abbiamo recensito qui.
Quattro anni dopo il trio milanese torna con "Shock", un disco autoprodotto insieme alla collaborazione di Alessio Camagni. Della rock band dei primi dischi è rimasto poco è niente, la batteria è stata sostituita da una drum machine onnipresente in tutti i brani, che si stagliano in maniera decisa su un electro pop in linea con le ultime tendenze italiche. I testi sono sempre ben concepiti e, nonostante si tratti praticamente di un'autoproduzione, la resa sonora è eccellente.
Dopo l'avvio affidato a "Demoni", il primo pezzo che presenta una forte sterzata stilistica è "Sbalzi d'umore", brano orecchiabile, fresco e al passo con i tempi. Altro pezzo da segnalare è "Un clown", classica ballad itpop che funziona sempre, in grado di convincere al primo ascolto e non senza qualche reminiscenza sonora dei primi duemila. Le sonorità richiamano qualche esperimento de I Ministri di"Cultura Generale", specialmente nella linea vocale di alcuni brani e nelle liriche, anche se più spesso si avvicinano a band come Ex Otago e i primi TheGiornalisti, con la chitarrina audace che ricorda vagamente qualcosa dei Foals. Infine si segnala "Alberi Londra Milano", altro brano di notevole caratura del lotto di dieci pezzi che compongono il disco.
"Shock" probabilmente ha un titolo troppo potente e fuorviante per un disco del genere, probabilmente distoglie l'attenzione dal reale valore del disco, che suona davvero in modo impeccabile al di là dei gusti musicali. Una band che probabilmente non raccoglie quanto semina, come del resto altre centinaia nel nostro panorama musicale.
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