Un nuovo concept per la formazione di Latina che dagli onirici fondali marini ci porta ora in uno spazio cosmico fatto di rock e psichedelia
Dagli onirici fondali marini di “The crystal dream of King Octopus”, l’album d’esordio in cui gli Oktopus Provance ci hanno raccontato la storia di un povero polpo rinchiuso in un acquario e costretto a viaggiare con la fantasia per sentirsi libero, la band di Latina passa a scrutare le oscurità dello spazio cosmico con questo secondo lavoro sulla lunga distanza intitolato “Underneath the Sun”.
Alla formazione originale, composta da Marco Cantele (voce), Michele Di Mare (chitarre), Cristian Terra (basso), Federico Chiarofonte (batteria), si è in questi anni aggiunto anche un quinto elemento, Luca Pisano, con i suoi synth che in questo disco non hanno quasi mai ruoli da protagonisti ma sostengono con i loro tappeti sonori le digressioni degli altri strumenti dando maggior corposità al suono.
Il primo singolo, nonché opening track dell’album, intitolato “Rocks on the plastic ground”, rivela subito le potenzialità della voce di Cantele, morbida e potente al tempo stesso, che con un’attitudine vicina al blues si poggia su una base ruvida che a metà brano si placa per poi esplodere nuovamente nel finale. Da segnalare anche la cupa “Black flowers” e “The map” con un bel duetto tra la voce e la chitarra.
Nelle composizioni vengono ben sottolineati gli intenti psichedelici delle narrazioni strumentali che descrivono scenari a volte più vicini ad ambienti post-rock, altre volte più corrosivi e vicini allo stoner ma con una maggior propensione verso sonorità ipnotiche piuttosto che aggressive.
“Underneath the Sun” è un lp in tensione continua e a volte si resta con il fiato sospeso aspettando di capire come si evolveranno certe situazioni. In un repertorio così complesso si sente un po’ la mancanza del “pezzo forte”, quello che raccoglie ed eleva all’ennesima potenza tutti lati più caratteristici degli Oktopus Provance rendendoli memorabili: in sua attesa si può però apprezzare la capacità di questa band di inventare storie e ambientazioni visionarie rendendo quasi cinematografico il suo approccio alla musica.
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La recensione Underneath the Sun di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-02 11:30:00
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