La traccia d’apertura dell’album, “Picking daffodils” sembra citare direttamente Wordsworth, poeta che, più di chiunque altro, rispecchia il luogo nel quale viveva. Non mi riferisco ad un’attenta analisi botanico-biologica, i narcisi crescono rigogliosi anche lontani dal Lake District inglese, ma probabilmente, in qualsiasi altra parte del mondo, non avrebbero ispirato il buon William. I narcisi, insomma, crescono anche sulle sponde del Lago Trasimeno, dove i Morningviews si sono formati.
Il primo ep ufficiale della band umbra è un condensato di diverse ispirazioni che, mescolate sapientemente, danno vita ad un sound coerente ma istrionico, in grado di virare da un’allusione all’altra all’interno di ogni singola canzone. La base è un post rock potente sul quale, di traccia in traccia, si vanno ad istaurare diversi articolati elementi, potenti riff di chitarra stoner ed hard rock, incalzanti ritmi del nu-metal.
In “You Are Not the Places You Live In”, sussistono tanto l’attitudine sperimentale dei Faith No More quanto lo spirito shoegaze\emo dei Placebo ma L’eccessiva lunghezza di alcune canzoni sfocia in un’artefatta complicatezza prog che, credo, un fan dei Tool, possa apprezzare meglio del sottoscritto. La traccia che mi ha convinto di più, in fondo, è “Dye”, unica “classic” ballad contenuta nel disco.
Un po’ troppa carne sul fuoco ma, nel complesso, un ottimo lavoro.
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