Il caos di una realtà nebulosa in cui si percepisce il continuo peso di un’assenza: la band foggiana è tornata con un concept che sa stupire
Un caos fluttuante e fumoso, che rappresenta una realtà in “perpetuo movimento vitale” ma ossessivamente lacunosa e priva di qualcosa di importante. Questa è la realtà rappresentata appunto da “Caos”, il secondo lavoro sulla lunga distanza dei foggiani Il Giunto di Cardàno, “13 canzoni che attraverso suoni e parole propongono una soluzione al disordine interiore”, come spiegano loro stessi nella presentazione dell’album.
Una prova importante per la band pugliese, che dopo aver maturato una notevole esperienza in sede live ed essersi fatta apprezzare – è il caso di dire – da “pubblico e critica”, ha vinto anche il Rock Contest di Controradio ampliando ulteriormente l’eco della propria musica.
I tre rocker hanno saputo cogliere questo momento di meritati riconoscimenti e hanno dato alle stampe un lavoro maturo, introspettivo e malinconico ma anche elettrico e graffiante. Dopo la breve “Amnesia” iniziale, infatti, veniamo subito proiettati nella tempestosa “Dandy”, che conferma la capacità della band di pestare duro. Particolarità di questo disco è però l’abilità con cui si alternano calma e inquietudine, soffici ballate ed esplosioni cariche di pathos, in cui brani come “Chiedimi in fondo”, “Navigli”, “Non c’è niente come noi” o “Induzione” – che mostrano l’anima più calda, intima e sofferta della band – fanno da perfetto contraltare a pezzi come “Paz!” o “Questione di meccanica”, oltre al già citato “Dandy”, più poderosi ed energici.
Le melodie nebulose del cantato, le chitarre che sanno ruggire e fremere mantenendo sempre viva la tensione, i precisi disegni dei synth e la sezione ritmica che sa cavalcare con vigore muscolare ma anche giocare a nascondino, sono gli ingredienti migliori di questa band che pur con il loro “olezzo di Verdena” non mancano di stupire.
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La recensione Caos di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-29 18:21:42
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