Un viaggio nella mente umana superando i confini del rock’n’roll: così la band veneta ci trasforma in lupi migliori
Dopo un esordio esplosivo come “We were wolves”, uscito un paio d’anni fa e ricco di suoni sporchissimi, ritmi scatenati e riff convulsi e urgenti, tornano i Licantropy con “Extrabiliante”, un lavoro sulla lunga distanza più curato nei dettagli ma non per questo meno energico.
Il trio veneto ha barattato giusto un po’ della sua immediatezza punk per rendere meglio riconoscibili le linee che intrecciano le reti su cui si scatenano i loro brani, evidenziando in tal modo una ricerca che, pur cogliendo a piene mani dal rock’n’roll classico, si spinge ben oltre arrivando a sfiorare psichedelia e ossessioni doom metal (ipnosi massima con la conclusiva “Coyote?”) e giungendo perfino ad utilizzare il turntable (vedi la title-track) riuscendo comunque a dare perfettamente un senso e una coerenza a tutto l’impasto sonoro.
Ululando alla luna con spregiudicata (e divertita) aria di sfida, la band propone di trasportare gli ascoltatori in un viaggio particolare, attraversando senza freni l’universo della mente umana per svelarne le brame più recondite e i desideri più nascosti mettendone a nudo le contraddizioni.
Durante il viaggio – ci avvertono – ci si potrà sentire sbronzi, drogati, deliranti e violati dai più oscuri demoni che affollano le deviazioni umane, ma al ritorno la trasformazione sarà avvenuta e saremo finalmente diventati dei lupi migliori.
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La recensione EXTRABILIANTE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-16 14:38:49
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