Quasi mai i dischi sono esclusivamente o strettamente musicali: la musica, come l’arte in genere, veicola messaggi che possono rivestire le opere di sfoghi o renderle veri e propri manifesti di pensiero o ancora poesie cantate o fotografie di momenti quotidiani. Di questo sono ben consapevoli i RCCM, ovvero i Rispettabili Criminali e Comuni Mortali, la nuova creatura nata dal collettivo Controfase di Bolzano, che da tre lustri si prodiga in progetti sperimentali che fondono sempre inscindibilmente la ricerca sonora con l’urgenza dei messaggi sociali.
Per il combo da alcuni anni si è avviata quella che loro stessi definiscono la terza fase del progetto, inaugurata discograficamente nel 2012 con un album uscito ancora con moniker Controfase ma intitolato “Rispettabili Criminali e Comuni Mortali”. Oggi invece quello che all’epoca era il titolo diventa il nome della nuova formazione e “Frasi per tatuaggi” è il titolo, potente e allusivo. Le frasi che ci si tatua addosso sono infatti frasi di fondamentale importanza per chi le “indossa”, poiché resteranno indelebili sulla propria pelle per tutta la vita. A volte sono frasi che servono da monito per non commettere gli errori del passato, altre volte servono a ricordare ciò che si è anche quando il mondo esterno tende a farlo dimenticare, altre a dare coraggio… in ogni caso le frasi tatuate vanno ben oltre il semplice significante linguistico. Così come in questo nuovo album dei RCCM, in cui le parole sono il mero fulcro, il cuore pulsante, l’anima stessa dell’intero lavoro che sulla calda e profonda voce parlata à la Massimo Volume e Offlaga Disco Pax sprigiona messaggi che riescono a rappresentare all’ennesima potenza i vari contenuti e le varie forme di cui si parlava all’inizio: sono sfoghi, spesso carichi di rabbia; sono manifesti di un pensiero libero e lucidissimo, spaventato dall’orientamento della società ma proprio per questo determinato a far aprire gli occhi e insinuarsi nelle coscienze di chi è mentalmente meno libero o meno lucido; è anche poesia, una poesia tagliente e senza rime, che sgorga come un flusso di pensiero e si inserisce in maniera metricamente perfetta sui ritmi e le musiche ipnotiche e cupe; infine sono fotografie di momenti quotidiani, scatti rubati alle storie nascoste nell’ombra per portare alla luce il marcio, smascherando le grottesche ipocrisie socialmente accettate e legalizzate.
Un disco che offre spunti critici importanti su temi che riguardano tutti (le prime due tracce, “Buongiorno” e “Momenti di coscienza” già da sole bastano a far comprendere che siamo tutti coinvolti) e che comunque non rinuncia ad un’elaborazione strumentale ricca di sfumature, con arrangiamenti che più che dei generi si preoccupano dell’enfasi che si vuole trasmettere (l’apice è raggiunto con la splendida coda di “Spiacevoli necessità”).
Come il pizzicotto per verificare se siamo svegli o stiamo ancora dormendo, i Rispettabili Criminali e Comuni Mortali sono qui per farci male, ma se ci riescono possiamo esultare, perché vorrà dire che non siamo ancora stati anestetizzati completamente e quindi siamo ancora in tempo per cambiare le cose.
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