La versione dei BraceForImpact che possiamo ascoltare in questo "Demo'n'ep" è in realtà la versione 2.0 del gruppo. I cinque rocker infatti sono diventati amici nel 2007, frequentando contemporaneamente l’accademia per controllori del traffico aereo a Forlì, e decidono ben presto di formare una band, ma al termine dell’accademia le loro strade si dividono. Dopo circa dieci anni però il caso li ha ancora una volta riuniti tutti nella stessa zona (questa volta tra Verona e Milano) per motivi di lavoro, e così i cinque decidono di riprendere in mano le redini della vecchia band cominciando questa volta a comporre pezzi propri.
Controllando il traffico aereo, i BFI hanno imparato bene a sorvolare i cieli dell’hard rock e dell’heavy metal degli anni 80, nel quale evidentemente si intrattengono più che volentieri con i loro “boeing” sonori seguendo spesso traiettorie affini anche al j-rock. Durante queste scorribande musicali i nostri affrontano continue tempeste di riff ruggenti e sovrastano nuvole di melodie taglienti (“I won’t sleep (alone)”, “The terror”) che diventano quasi epiche nei pezzi più morbidi (“Clean”, “Where the rain”). La sezione ritmica solida e coesa, inoltre, mostra bene l’acciaio massiccio di cui è fatto il velivolo della BFI Airlines, pilotato solennemente dal timbro vocale liquido e acuto del cantante, che ben si presta al genere.
Questi primi sei pezzi con cui il gruppo si presenta sono sicuramente destinati soprattutto ad una nicchia di nostalgici, poiché i riferimenti sono tutt’altro che moderni. Spesso inoltre si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad una versione più metal e “adulta” delle sigle cantate da Giorgio Vanni, ma trattandosi di una prima prova si può ritenere comunque superata. Per il prossimo lavoro ci aspettiamo solo un po’ più di coraggio per osare soluzioni più personali.
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