Sursum Corda è un’espressione religiosa che significa “in alto i cuori”. Il nome del gruppo, però, non inganni: nient’altro di liturgico è presente nel cd. Quello che, invece, si trova, è un folk con accenti cantautorali, che gioca con trame della tradizione popolare e con impostazioni classiche. L’impressione è di ascoltare persone che, uniti strumenti e generi musicali apparentemente in collisione tra loro, si siano messe a giocare, abbandonandosi a suggestivi intrecci acustici mai scontati o banali. A proposito di perdersi, emblematico è il titolo del primo brano, che realizza forse il miglior equilibrio tra testo e musica: “Mi Hanno Perso” è un pezzo spiazzante, che descrive con toni lisergici uno spaesamento mentale che si rivela essere semplice smarrimento di un bambino in un reparto giocattoli di un ipermercato. Il testo è di alto livello, soprattutto nel “soggetto”, cinematograficamente parlando, ed è accompagnato da un efficace incrocio di archi e chitarre.
Le musiche sono senz’altro il punto di forza dell’album: assimilabili a colte rielaborazioni di trame da canzone popolare (si vedano “Venerdì 17” e, soprattutto, “Pelle Di Stracci”), possiedono la coraggiosa caratteristica di avere, tra gli altri, strumenti raramente rintracciabili in musiche popular (ad esempio oboe e corno inglese). Questa commistione ha l’enorme pregio di apparire del tutto naturale e per nulla forzata, aggirando i rischi di accademicità, sempre in agguato in operazioni di questo tipo.
Di fronte ad un livello così alto di musiche e arrangiamenti (questi ultimi a nome del gruppo, ma con la presenza tra i crediti di un certo Fabio Magistrali), si può tranquillamente chiudere un occhio su testi forse non sempre all’altezza, ma certo nemmeno inascoltabili. D’altra parte si sa: dai lavori di alta qualità ci si attende sempre il massimo in ogni campo. E la qualità di questo disco è senza dubbio altissima.
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La recensione L'Albero Dei Bradipi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-04-28 00:00:00
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