Quando parte "Sono le due di notte", la seconda traccia di questo "La Tuta di Goldrake" di Brilla siamo già "belle che conquistati". Intendiamoci: Brilla in questo suo lavoro non innova, non inventa nulla e anzi si inserisce in modo abbastanza ortodosso e "fedele alla linea" con il pop sintetico e anni Ottanta che ha tenuto banco nel mondo dell'indie italiano negli ultimi cinque anni. Eppure l'artista, in pezzi quali "Jasmine" o nella bellissima "Ferite" riesce a convincerci: perché, per quale motivo Brilla sì e altri no, ci siamo chiesti a più riprese in redazione. E poi abbiamo capito. Brilla ci ha convinto perché, molto semplicemente, non si nasconde mai neppure per un momento e non tenta mai di "farsi passare" per ciò che non è. Il suo è un cantautorato pop di stampo nostalgico e malinconico, niente di più e niente di meno. Bene e Brilla suona e canta esattamente questo (ogni tanto ricorda molto da vicino Matteo Fiorino ma con una capacità di scrittura lievemente inferiore). Se qualcuno necessita di essere continuamente pungolato e sorpreso dall'artista di turno, allora "La Tuta di Goldrake" sarà un lavoro che non lo renderà completamente soddisfatto. Se invece uno mette sopra tutto l'attitudine del dato cantante o band, allora Brilla sarà la scelta giusta. E ora scusateci ma non ce la facciamo proprio: ci riascoltiamo, ancora una volta. "Ferite".
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