Il mondo in cui viviamo non è accogliente per “BodaTheFamily”, eppure ciò che resta del disco di oggi è una mano tesa al cielo, combattiva, e l’album prende la forma di un’opera che si fa coraggio nella solitudine e nella malinconia. Al centro del lavoro sembra esserci una fucina musicale iper connessa di forze creative che spaziano tra l’alt-rock, il rock psichedelico, l’elettro acustico; a renderlo interessante è un senso di caos ordinato in cui il canto, a volte, perde il controllo, soprattutto quando ondeggia tra chitarre elettriche e tappeti sintetici. Ecco perché le canzoni migliori del disco, sono quelle che, all’ascolto, colpiscono col fioretto di chitarre subacquee entro cui la voce offre istantanee di parole.
“SongsForALovelySoul” muove i suoi passi dagli imprevisti della vita, e sviluppa maturazione mentre i pezzi viaggiano con l’esistenza dell’autore. Difficoltà comuni e voglia di esorcizzare paure incombenti fanno, di alcune canzoni, una sorta di crescendo liberatorio (“Dear brother”, “Wind”). Altre tracce sono texture acustiche che allacciano fili scoperti di un rock più visionario (“Shadows on the wood”, “Sybill”). Anche “A place to be” e “You better lock that door” restano meno fisiche e, in misura maggiore, ipnotiche. Musica aliena, con cortine di chitarre in tremolo, è “Dog rose”; musica spazializzata con bollicine psichedeliche è “Killing you”. Sull’ascissa di sonorità stralunate, con ritmi percussivi profondi, viene raccontata “Your skin” che chiude l’album.
“SongsForALovelySoul” è un disco a favore di aerei tappeti sonori per una concezione rock tutta virata su tonalità delicate.
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