Redzoo Thank God I'll die 2004 - Psichedelia, Indie, Elettronica

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Sotto l'influsso del krautrock, dell'elettronica di Brian Eno e delle autoproduzioni industriali degli anni '80, Redzoo (all'anagrafe Salvatore Rizzo) si protrae per una mezz'ora abbondante in elucubrazioni minimali(ste) incentrate su un uso massiccio di sintetizzatori e batterie elettroniche. "Forks" mi ricorda vagamente i Residents, "Plates" ha una linea vocale molto vicina ai Joy Division, "Waiting the Fall" mi fa tornare alla mente i primi Red Krayola, ma troppo spesso affiora un senso di stanchezza che ad altro non invoglia se non a premere lo skip.

Si è già visto tante volte. Folgorato dall'ascolto di capolavori, riconoscendosi nel loro pathos e percependo di aver scoperto una miniera d'oro, il musicista da cameretta si butta a capofitto per ricreare le stesse sensazioni, non accorgendosi che i mezzi a sua disposizione sono insufficienti allo scopo. Le influenze saranno anche importanti, ma l'approccio è troppo naif e la definizione del suono carente. Il lavoro da fare per una piena maturazione è ancora molto.

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La recensione Thank God I'll die di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-08-25 00:00:00

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