Un ep che la sa lunga, pronunciandosi in fretta.
Consigliamo un esperimento: ascoltare le quattro tracce di Upon the Hill di Dario Crisman al termine di una giornata lunga e difficile. A noi è capitato per puro caso e quello che ne è emerso è che queste quattro composizioni per pianoforte hanno la capacità di riportare a casa con dolcezza, come fa la bonaccia con la barca dopo la tempesta.
«Sto guardando le colline dalla finestra della mia stanza in un giorno di inizio primavera» afferma Crisman nelle note descrittive dell'album a proposito dell'open-track, "Upon the Hill". Ascoltandola, a due stagioni di distanza, si avverte quella stessa capacità di "rimpire la stanza" a cui l'autore pensava al momento della composizione. La melodia è dolce e le armonie sono semplici e familiari, come una fredda giornata autunnale, spiata attraverso una finestra appannata dal caldo.
"This Day" procede lenta ed è come se riuscisse a caricarsi sulle spalle una parte di quei pensieri che non se ne vanno mai. La linea melodica pattina su arpeggi saturnini, quasi catartici, che fanno sorridere di malinconia.
«“Folded” è un’impressione sonora, un leggero ostinato che ricorda un pensiero ricorrente ma non invadente» afferma l'artista a proposito della sua terza traccia. Per noi "Folded" è il delicato gocciare dei sogni che tornano, carichi di paura e impazienza e che non mutano la propria sostanza, se non quel tanto che basta per afferrarli nuovamente, più vivi, in giorni accesi.
Chiude "Up", riportandoci alle pretese del presente, a tutti quei "bisogna", che, con la stessa velocità con cui si consuma il congedo dell'autore, non disturbano il nostro piacevole sognare.
Upon The HIill è un album che brucia velocemente ma non si consuma.
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La recensione Upon the Hill di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-07 19:26:42
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