Primo disco da solista per Papai, storica voce della scena reggae salentina. Collaborazioni ben riuscite e strumentale molto curata.
Dopo la lunga militanza nella scena reggae italiana in veste di frontman degli Scamnum, passata tra festival nazionali e internazionali, Papai inizia la carriera da solista intorno al 2007, pubblicando il primo singolo nel 2015; “Non mi fermo mai” è carico di tutto questo bagaglio di esperienze, e il risultato porta con sé la concretezza e lo spessore di questa lunga carriera.
Tutto il disco è un inno alla musica, al suo potenziale ed al risveglio delle coscienze che è in grado di attuare. La strumentale è ben curata, i fiati e le percussioni la fanno da padrona e Papai scrive 9 tracce solide piene di suggestioni che scorrono veloci, ma che lasciano qualcosa di potente a chi le ascolta.
Muovendosi agilmente tra dialetto salentino e italiano, Papai affronta i temi cari alla scena reggae: la musica come strumento di lotta e di emancipazione da una vita vissuta “sotto pressione”, carica di ingiustizie e di ipocrisie.
Parla di immigrazione e si dice costretto ad assumere un atteggiamento di critica verso quanti, italiani con scarsa memoria storica, faticano ad accettare la presenza di immigrati, che per disperazione hanno dovuto abbandonare ciò che amavano e venire nel nostro paese; ricordandoci come proprio gli italiani partirono in cerca di fortuna verso “America o Germania senza neanche un paio di pantaloni”.
Papai trova nella musica vissuta come veicolo di amore universale (da lui rivisitato in un “non fare agli altri ciò che non vuoi che gli altri facciano a te”) uno strumento per cambiare rotta, e vivere in sinergia con il mondo che ci circonda.
“Non mi fermo mai” è un disco completato dalle collaborazioni e dai feat, perfettamente azzeccati: il giovanissimo rapper Genesy porta una ventata di freschezza, per certi versi necessaria (anche se paga un po' della sua giovinezza in quanto a flow non proprio scorrevole).
Il featuring con Earl Sixteen, a conferma del rapporto che lega il Salento alla Giamaica, è notevole: la voce del giamaicano è potente e porta al pezzo robustezza, esperienza e spessore.
Lo stesso vale per “Mo basta”, brano a sfondo politico che tratta di lotta, resistenza ed auto organizzazione, cantato insieme al cantante nigeriano N'Swagga, solitamente caratterizzato da sonorità più vicine alla dancehall che al roots, ma che qui trova la formula perfetta e ben si sposa con la voce e le sonorità di Papai e del disco.
---
La recensione Non mi fermo mai di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-23 20:37:00
COMMENTI (1)
Commento vuoto, consideralo un mi piace!