SantaMuerte
Konokono 2019 - Punk, Psichedelia, Garage

Konokono
19/11/2019 - 22:27 Scritto da Sergio Sciambra

Garage psichedelico, surf e atmosfere sudamericane nel nuovo lavoro del power-trio pugliese SantaMuerte

Garage rock dalle tinte psichedeliche con qualche spruzzata di esotica , nel nuovo disco dei pugliesi Lo psych rock, fuori da certe declinazioni più estreme, è in primis una questione di atmosfera, di estetica, di sfumature particolari che rivestono la forma del rock n’roll. L’originalità non è un requisito essenziale: esiste un canone di massima, un linguaggio guida che va interpretato con gusto, intuizione e senza cadere nell’imitazione pedissequa. Il trio pugliese che si nasconde dietro il nome SantaMuerte sembra conoscere questa lezione: il monicker ispirato alla religiosità popolare sincretica del Messico e la maschera tribale in copertina tratteggiano rapidamente con efficacia l’orizzonte dell’America Latina con i suoi colori ipnotici e i suoi mondi nascosti. Il Sud America, luogo dell’anima di tanta psichedelia rock e non, ritornato prepotentemente in auge negli ultimi anni, è per l’appunto un luogo dell’anima più che una vera e propria ispirazione sonora: dal punto di vista musicale, la proposta dei Santamuerte è perlopiù quella di un garage rock/lo-fi tirato e tinto di psichedelia, nella migliore tradizione di gruppi come Thee Oh Sees, Black Lips, Allah Las. La chitarra alterna riffoni robusti, debitori del sound sixties ma anche di una certa pesantezza anni ‘90, a fraseggi melodici sghembi e suadenti, sospesi fra il surf rock più enigmatico (’Mistery Days’) e una leggera dose di esotismo. Quando si rallenta, spunta fuori un inaspettato senso per la ballad languida in stile Summer of Love, accompagnata da chitarre twangy (’Sand and Haze’) o dalle tastiere latine à là Santana (o Tito Puente, se preferite) di’A Thousand Miles Of Cigarettes’. Dove la fascinazione world si fa più concreta, nella conclusiva ’???’ con i suoi cori tribali e la sinergia di chitarra/percussioni/basso, anche questa nel segno di Carlos Santana, ci sono forse il momento migliore dell’album e la direzione che sarebbe bello vedere approfondita dai SantaMuerte.

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