Dietro Mido si nasconde Domenico Russo , musicista attivo già dagli anni ‘90 con una lunga lista di formazioni. Una gavetta che oggi gli permette di avere l’esperienza per poter registrare un album rock interamente da solo, suonando chitarra, basso, batteria, voci e tastiere, oltre che scrivendo i pezzi, arrangiandoli, registrandoli e facendo il mix, il tutto in maniere credibile e convincente. Un lavoro non da poco, che già di per sé merita rispetto. Anche la scrittura di Mido è caratterizzata da un certo eclettismo, discreto ma riconoscibile: i dodici brani di ‘Blu’ sono un pastiche abbastanza organico e coerente in cui però figurano influenze e caratteri abbastanza diversi: rock e hard rock prima di tutto, un po’ di blues, punk rock e anche di elettronica, il tutto con una consistente vena pop. Un senso della melodia che, sarà anche l’approccio vocale di Mido, ricorda nei pezzi più serrati una certa produzione pop/rock italiana anni ‘70/’80, da Alberto Camerini a Renato Zero passando per varie signore della musica tricolore di quegli anni, ovviamente in una versione deprivata di influenze disco/dance e prettamente guitar oriented. Il disco alterna tracce meno incisive (’Parla Con Me’, ’Un mondo di cani’ a momenti più a fuoco (’Sobrietà’, ’Diventa Cenere’), trovando forse la realizzazione quando si devia dal binario: con le ballad (’Alla Deriva’, la strumentale hard rock cafona ma soddisfacente ’Dal Profondo’ o il finale synth rock dell’album, con la subsonicamente cyberpunk ’Google Home’ e ’Male Dentro’.
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