Un bersaglio è tutto ciò che si vuole colpire, "Bersagli" è il mattone del nuovo cantiere della band La Scala Shepard. Cantautorato italiano, alternative rock, attitudine british, suoni sintetici, synth e percussioni, questi gli ingredienti per il primo album della rock band romana.
Drum machine, cori e la distorsione della chitarra delineano il progetto che risulta assai identitario. I testi appaiono di buona fattura, rimandi tutti italiani con uno sguardo al passato, ma con il sound rivolto al futuro.
Dieci istantanee di vita che colpiscono i bersagli nel mirino tra paure che confondono, orgoglio, paranoie e cadute libere: "se qualcuno ti ha ferito, sbattigli il cuore in faccia".
Il disco de La Scala Shepard caccia fuori tutti i suoi mostri interiori, e lo fa in maniera sinuosa attraverso la voce femminile di Claudia che fa da controparte a quella di Alberto. "Groove 2" è la traccia più convincente, energia, chitarre distorte e voci che si alternano tra paranoie e caffè.
"Diventare bersagli mobili di propria volontà" è la frase finale dell'album che ritroviamo nel decimo brano "Bersagli" l'inizio e la fine che coincidono in una singola parola, in una sola battuta. Un lavoro che prende bene la mira e che colpisce nel segno, sicuramente un inizio da tenere in considerazione.
La Scala Shepeard varia l'intensità delle scale, in modo che mentre una diminuisce di intensità, un'altra aumenta ed è quello che succede traccia dopo traccia in "Bersagli."
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