I Botanici Origami 2019 - Hardcore, Alternativo, Emo

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Se Niccolò Contessa fosse stato appassionato di emo-core I Botanici sarebbero i nostri Cani.

Quando si riescono a fondere le potenzialità espressive della lingua italiana con il sound potente tipico dei paesi di matrice anglofona, molto spesso, senza soffermarsi sulla specifica corrente, il risultato esula dalla classica definizione di rock italiano, sia esso incarnato dai Negrita o Ligabue.

“Origami” è stato ancora una volta prodotto e curato da Bebo Guidetti de Lo Stato Sociale (coadiuvato da Nicola Hyppo Roda). E gli stessi membri della formazione bolognese partecipano ad un paio di tracce, Checco cantando in “Camomilla” e il Carota suonando i synt di “Sfortuna”. I riferimenti sono gli stessi del precedente lavoro, ”Solstizio”, dai nostri Foo Fighters, i Fast Animals and slow Kids ai Gazebo Penguins, che ricordano da vicino nell’usanza di sovrapporre le voci. Nel disco sono presenti anche due tracce strumentali a limiti dello shoegaze a completare una complessa architettura che, tra batterie incalzanti e chitarre potenti, analizza il vuoto generazionale dei giovani adulti. Edito per Garrincha Dischi, il secondo album ufficiale dei Botanici ha segnato un’ulteriore conferma sul piano sonoro per la band beneventina, ancora di più, su quello lessico e compositivo: La concomitanza fisica con i regaz ha comportato una specie di osmosi con gli stilemi della scrittura indie contemporanea, attualizzando un genere che andava più di dieci anni fa, mettendo a punto una poetica matura che fa da contraltare al sound forte che li ha sempre contraddistinti.

Ammettiamolo, se Niccolò Contessa fosse stato appassionato di emo-core I Botanici sarebbero i nostri Cani.

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La recensione Origami di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-10-12 16:00:00

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